La Domenica delle Palme
La Domenica delle Palme è la domenica precedente alla festività della Pasqua; con essa ha inizio la settimana santa e dalle campagne vengono portati in chiesa fasci di ulivo per la benedizione.
I rami venivano utilizzati per essere disposti sulla porta di un trullo o di una masseria, a protezione della famiglia, nei campi, per propiziare un buon raccolto e tenere lontane calamità naturali. Sin dalla vigilia dell’attesa domenica, in prossimità delle parrocchie, venivano e vengono allestite delle
piccole “bancarelle” per l’offerta di
rametti di ulivo e crocette di palme, simboli di pace.
Processioni, diverse e modeste, continuano a rievocare l’ingresso del Cristo a Gerusalemme, accolto da una folla festosa che levava rami di palme per inneggiarlo. Si assiste altresì a “venditori improvvisati” per questo giorno, che di buon mattino fanno il giro delle case, offrendo simboli di pace.
Tra le famiglie di un tempo era consuetudine portare
una palma a nonni, zii e parenti più vicini, come segno d’augurio di pace. Gesto di doveroso rispetto era offrirla al “compare” di Battesimo e di Cresima, mentre si trattava di un vero obbligo per la nuora nei confronti della suocera, per tutelare la pace domestica, e per superare e chiudere definitivamente eventuali screzi precedenti. I rami d’ulivo ricevuti venivano gelosamente conservati vicino a quadri di santi o sotto le loro campane di vetro oppure venivano portati al cimitero per essere messi dinanzi a foto dei propri defunti. Le palme venivano messe anche su terrazze e sul capezzale di un letto: ciò venivano fatto per potere propiziatorio (come i santini) e quindi allontanassero le sventure dalle mura domestiche. Questi rami, quindi, non potevano essere gettati tra i normali rifiuti e per privarsene erano necessario, quasi per forma sacra di rispetto, bruciarle. Questa operazione di solito avveniva il mercoledì delle Ceneri dell’anno successivo.
La Domenica delle Palme per i monopolitani, viene, (se così si può dire) rappresentata anche in ambito culinario e quindi sulla tavola del monopolitano.
Si era soliti infatti mangiare, durante questa domenica, la pasta con la tegné, pasta con molliche di pane fritto, che andavano a sostituire il formaggio, anche se la pietanza era insaporita dal condimento di alici salate. Ed è così che si entrava nel vivo della Settimana Santa.
Testo e notizie:
- Pepe Francesco, Di Palma Giuseppe, “ Santi, Cristi e crestjène Cronache di religiosità popolare a Monopoli -
Prefazione di Giuseppe Vacca”, Zaccaria Editore 2005.
Ricerca e foto a cura di Angela Marasciulo
Servizio Civile 2012 - Comune di Monopoli «Progetto Espressioni d'identità»
[14 Marzo 2013]