La lama, tra le maggiori del territorio monopolitano, si sviluppa per circa Km. 3 da sud a sud – est dell’abitato, manifestandosi come un solco vallivo di non trascurabile entità.
Il suo
punto di origine si può collocare nei pressi della
chiesa settecentesca di Cristo delle Zolle. Da qui parte una delle tre diramazioni a monte, pressoché parallele, le quali, affiancandosi a breve distanza ed approfondendo gli avvallamenti del terreno in corrispondenza della quota di 50 metri, danno un aspetto alquanto mosso al paesaggio agrario della zona.
Sicuramente la lama si prestava ad essere utilizzata in epoche antiche, in quanto le grotte costiere comprese tra “cala S. Francesco” e “porto Camicia” hanno “destato attenzione” , in quanto sede di importanti insediamenti preistorici.
La Lama Don Angelo è altresì interessante, in quanto, sono stati rinvenuti
resti ceramici, riferibili ad età tardo - romana e altomedievale ( secc. IV - VI d. C. ).
I luoghi di culto ubicati lungo la Lama Don Angelo sono già noti, come la chiesa sub divo di
Cristo delle Zolle con la relativa grotta e
quella di Materdomini, oggi utilizzata come deposito di paglia da parte di una moderna masseria. Sempre all’interno di questa lama, è presente la
chiesa rupestre dello Spirito Santo, esempio originale di cripta del XII secolo che riprende l’iconografia di una chiesa romana sub divo.
Questa
cripta presenta una pianta basilicale a tre navate distinte da agili colonne, sormontate da pregevoli capitelli a motivi vegetali e raffigurazioni umane, su cui si imposta la volta a crociera ed ha l’accesso rivolto alla stradina rurale che corre sul ciglio sinistro della lama.
La parte superiore della Lama don Angelo è di grande interesse, in quanto presenta una serie di
frantoi in grotta, tipici e assai diffusi in tutto il territorio di Monopoli; si concentrano maggiormente lungo le diramazioni iniziali della lama, nei cui fianchi rocciosi sono scavati, e si presentano oggi collegati a masserie di non antica costruzione.
Altre grotte, invece, sono rivolte verso il
solco torrentizio che, a breve distanza dalla cripta, si aprono, nell’ambito di edifici rurali piuttosto recenti, sia in direzione nord, sia più a valle. Sono tutti ambienti di modeste dimensioni, senza ben definitive articolazioni interne; per questo, presentano una pianta pseudo – rettangolare con una parte interiore più spaziosa ed una posteriore più stretta e bassa.
Infine, a voler considerare l’insieme delle grotte dislocate lungo l’intero corso della Lama Don Angelo, bisognerà sicuramente osservare che esse, per un certo verso, si legano alle tre cripte presenti nella lama, rispetto alle quali rappresentano senza dubbio l’aggregato civile di riferimento, il luogo in cui ebbe dimora la popolazione civile di questa parte del territorio.
Chiesa Rupestre dello Spirito Santo