La lama Belvedere, una delle lame più importanti del territorio monopolitano, è riportata nella cartografia comunale con il nome di “Torrente Ferraricchio”. Il suo nome è comunque legato alla presenza della Masseria Belvedere, posta poco più a monte del Viale A. Moro.
La seicentesca masseria - torre, più tardi ampliata nelle fabbriche e ristrutturata comprendendo nel suo ambito anche un frantoio rupestre ed un agrumeto recintato da alte murature, è collocata in prossimità del versante destro della lama, su una sporgenza rocciosa determinata da una breve diramazione del solco di erosione.
La lama rappresenta un corridoio di connessione tra il cuore della città di Monopoli e le zone urbane periferiche raggiungendo la costa in corrispondenza di insenature. Infatti, l’abitato medievale di Monopoli doveva essere, se non proprio attraversato, lambito dal solco della lama Belvedere, che probabilmente raggiungeva il mare in una delle insenature dell’odierno porto; la lama scompare nel centro urbano e riappare nei pressi della linea ferroviaria, stretta tra i caseggiati della periferia meridionale di Monopoli.
La profondità modesta dei solchi erosivi e le caratteristiche litologiche delle rocce hanno favorito la sua antropizzazione di cui sono testimonianza le numerose grotte e cavità, scavate nella calcarenite. In particolare, l’area della Lama Belvedere si sviluppa su un substrato roccioso costituito dal Calcare di Bari e dalla Calcarenite di Gravina.
La lama è interessata da numerose grotte scavate nella roccia. Di varia tipologia, è possibile osservare grotte di varia dimensione, in discreto stato di conservazione, fornite di adeguati vani di accesso, di cisterna davanti all’ingresso, di varia articolazione interna e, in qualche caso, anche di collegamenti con grotte vicine. Un grande aggregato rupestre in parte sconvolto forse da cause naturali, ma in parte ancora leggibile oggi.
Da ricognizioni effettuate nell’estate 1984 e verso l’inizio dell’estate 1985 da V. L’Abbate, è stato possibile individuare un’estesa area ricca di ceramica di impasto dell’età del Bronzo, sconvolta e in parte distrutta per l’intensa urbanizzazione che si stava sviluppando tra la strada provinciale Monopoli - Castellana ed il solco della lama. In particolare, si è rilevata la presenza di frammenti ceramici, spesso frantumati dal passaggio di mezzi meccanici, corrispondenti ad attrezzatura litica (come accettine in pietre dure levigate, frammento di lama in selce rosa scura o color sabbia, frammento di macina). Attrezzi propri di gruppi neolitici praticanti l’attività agricola. Altresì presente era la ceramica dell’età Neolitica: in particolar modo, la tipologia definitiva “Serra d’Alto”, presente in numerose località dell’area apulo - materana e in particolare del Barese, da Torre a Mare, a Mola, a Polignano, Rutigliano e Castellana Grotte. Una ceramica in argilla fine, dall’interessante sintassi decorativa sino al ritrovamento di un frammento di statuina fittile, di ceramica neolitica.
Notizie tratte da:
- “Monopoli Il Parco Urbano Lama Belvedere Pianificazione dal basso e soluzione dei conflitti Ambientali” ll Comitato Cittadino Parco in Lama Belvedere racconta: “ Il parco dal 2000 ad oggi” - Gennaio 2007 - Presentazione a cura di: Melchiorre Giovanni, Muolo Giovanni, Papio Angelo;
- L’Abbate V., Insediamenti antichi e medievali lungo le lame del territorio di Monopoli, in “Monopoli nel suo Passato 2, 1985;
- Francesco Angiulli, “La Flora Vascolare di Lama Belvedere, Monopoli (BA)”, Tesi di Laurea Sperimentale in botanica - A. A. 2004/2005 - Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Corso di Laurea in Scienze Naturali.
Relatore: Chiar. ma Prof. ssa Viviana Cavallaro.
- Tesi di Francesco Angiulli