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    Il Blog di PartecipaPug 2022


     

    Lettera Aperta ai Cittadini di Monopoli         8 Settembre 2008        
    Ala Assoarchitetti Puglia
     

    VOTO FAVOREVOLE AL D.P .P.: ERRORE DEL CENTRODESTRA  del: 22/02/2007
     
    Ignorate le problematiche più grandi della città. Da subito dichiaro che, se fossi stato in Consiglio Comunale, avrei votato contro il D.P .P. o al massimo mi sarei astenuto, decisione che auspicavo prendessero gli amici del centrodestra di Monopoli, che hanno attaccato il D.P .P. in Consiglio Comunale e fuori, bocciando la bozza del prof. Oliva. Quella stessa bozza che l’ ex assessore prof. Selicato, in un recente convegno, ha severamente criticato, dichiarando: "Questo è un documento inutile, un’ enunciazione di buoni principi, un elenco di dati approssimativi che non contiene proposte concrete ". I rappresentanti del centrodestra di Monopoli, più volte in svariate sedi, hanno lamentato scarso coinvolgimento delle forze di opposizione, mancanza di collegialità, trasparenza e partecipazione. Dopo tante critiche, mi sarei aspettato un voto diverso da quello che è stato! Un unanimismo che non convince e che non vorrei fosse interpretato dall’opinione pubblica come un inciucio, quale sicuramente non è. Un voto di astensione sarebbe stato più logico, in attesa di conoscere la cartografia fmale del P .U.G.( con l’auspicio che i grafici siano più autentici e leggibili del Piano Piccinato del 1976). Da parte dell ’ Amministrazione Comunale si è suonata la grancassa per giubilare il Partecipa P .U.G., ma incertezze, perplessità e titubanze in merito affiorano anche all ’ interno della maggioranza, così come si apprende dagli organi di stampa( Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì, 17 gennaio 2007). E a me stesso, presente ad un Convegno organizzato nel novembre scorso presso il Vecchio Mulino dall ’ Associazione Progetto Città Futura e presieduto dall’avv. Filippo Grattagliano, non fu data risposta da un collaboratore del prof. Oliva, tale prof. Carlo Maria Torre (probabilmente infastidito dalla mia identità politica) in merito ad un grave problema della città da me sollevato. Il problema è inerente il mancato spostamento a nord dei binari e della stazione ferroviaria e la chiusura dei passaggi a livello non compensata dai sottopassi veicolari, con relativo disagio per disabili, anziani e mamme con bambini. Nel D.P .P. questo problema centrale è ignorato, cosi come sono ignorate le " inesistenti barriere architettoniche, gli accessi al mare sbarrati e la mancanza di scivoli per disabili e categorie deboli. Ugualmente è stata trascurata l’ area ospedaliera, male ubicata perche emarginata dalla linea ferroviaria, in disattesa a quanto previsto dal Piano Piccinato che la indicava sullo svincolo della Monopoli -Conversano. Tale proposta, recentemente il prof. Laganà, già sindaco di Monopoli, ha rilanciato ai vertici della Sanità Pubblica. La bozza del prof. Oliva risulta molto lacunosa, confusa e poco chiara in merito ad altre realtà territoriali: p .I.P .; Comparti; Porto; Porto Turistico;Costa; Centro Storico; Agro. Quest’ultimo di recente mortificato da Decreti Ministeriali, ripresi dalla Regione con mancanza di presa d’ atto del Consiglio Comunale. Mi riferisco alle perimetrazioni delle aree S.I.C.(Sito Interesse Comunitario) e ZPS (Zone Protezione Speciale ), che sono state imposte dall ’ alto, senza preavviso e con mancanza di tabelle. Scontate le lamentele dei cacciatori e dei tanti proprietari agricoli con terreni vincolati! Tali mie osservazioni, dettate da sincero e costruttivo spirito critico, sono volte a favorire -anche se con poche speranze -un confronto corretto e dialettico sullo sviluppo socioeconomico, sulla crescita e qualità della vita della nostra amata Monopoli. Antonio Rossani già consigliere comunale Monopoli, 18 gennaio 2007 
     
      I commenti a questo articolo...
     
    commento inserito da: rexhunt@libero.it del: 28/02/2007
    DPP prova politica eloquente 
     
    Purtroppo la conduzione politica (se è lecito chiamarla tale) del DPP da parte di maggioranza ed opposizione conferisce ancor più la sicurezza a noi cittadini di aver assegnato mandato a governare la nostra città ad una classe dirigente non all’altezza. E’ stata totalmente assente una chiara indicazione programmatica, anche al di là del documento in oggetto, sullo sviluppo socio – economico della nostra città da parte delle forze che ci rappresentano. Sul piano delle scelte nodali per il nostro futuro la maggioranza ha dimostrato la sua inadeguatezza non essendo capace di indicare piani d’intervento funzionali alla risoluzione definitiva di molti problemi ancora insoluti nella nostra Monopoli. Infrastrutture, cultura, espansione economica, turismo, disagio sociale, tutte problematiche rimaste inevase o quasi. Dopo gli anni della dura contestazione all’ex sindaco Laganà ci ritroviamo in molti a riconsiderare il buonsenso di alcune sue indicazioni (spostamento ferrovia, alla luce del disastro ingovernato dei sottopassi); il suo confuso decisionismo col quale se non altro affrontava i problemi tentando di conferirgli pronta soluzione; il suo fervore campanilistico col quale se non altro cercava di elaborare risposte, sì contestabili, ma a favore dall’interesse di una città conosciuta a fondo; il suo esagerato protagonismo col quale entrava prepotentemente in ogni faccenda forse con poca avvedutezza, ma con prese di posizioni CHIARE. Persino i difetti diventano virtù nella desolazione d’oggi. E a dirlo non è un ammiratore dell’ex sindaco. E la sinistra come ne è uscita? Vincente sul piano elettorale, perdente in tutto il resto. Persino sul versante etico, dove il suo supposto primato è una storia definitivamente da archiviare alla luce dei numerosi conflitti d’interesse a cui i cittadini hanno assistito. Queste d’altro canto le conseguenze di un’azione politica mirata esclusivamente all’abbattimento del nemico (Laganà) che ha riversato le sue gravi lacune di rielaborazione politica del vissuto in una amministrazione senza idee e senza identità. Taluni raffinati compagni dell’intellighenzia locale ancora rinvigoriscono il loro fervore militante al solo sentir pronunciare il nome dell’ex sindaco, incuranti del silenzio assordante di una sinistra incapace di produrre iniziativa politica. La destra poi, con l’eccezione di Romani, completamente berlusconizzata, non appare in grado di offrire una alternativa seria di governo. Lo dimostra appunto la posizione strampalata sul DPP la cui “ratio” appare stretta dall’esigenza di apparire opposizione assennata grazie ad un inutile unanimismo e l’impreparazione (tranne l’eccezione) tecnica e politica dei consiglieri incapaci anch’essi di proporre prospettive di crescita efficaci e coerenti. Cosa aspettiamo a scendere in campo? Monopoli ha bisogno di preparazione, serietà, coraggio, slancio ideale e responsabilità collettiva! 
     
     
    commento inserito da: Andrea Brescia del: 05/03/2007
    Abituati a sopravvivere, abituati a scegliere il "meno peggio".
     
    All'interno della categoria "Pensieri personali in libertà" faccio riferimento ad alcuni commenti appena letti. Trasferitomi da poco nel profondo Nord mi accorgo di quanto, anche qui, nulla sia perfetto. Ricorro, quindi, con la mente alla mia Città natale immaginandola a mia maniera. Premetto che sono molto contento che risorse della politica monopolitana riemergano di tanto in tanto, altresì sono pienamente entusiasta che i cittadini si esprimano come meglio credono. Tuttavia bisogna sempre contestualizzare le proprie affermazioni, il che significa non perdere mai di vista la realtà in cui ci troviamo: il Meridione. Faccio mia una precedente affermazione "Ignorate le problematiche più grandi della città" al fine di capire quali siano, a questo punto, le problematiche più piccole, quali siano i piccoli mali di una città costiera di 156 km² con circa 50k abitanti. Il prof. Selicato, stimato professionista, abbandonò mesi addietro la giunta monopolitana in quanto non disposto ad attendere i "tempi della politica". Laddove si incontri un tecnico di giunta che rifiuti di seguire il percorso poltico tracciato dalla propria maggioranza è buona norma fermarsi a riflettere. Forse Monopoli vuol pensare troppo in grande? Forse la Città pretende di vivere ancora di rendita? Sono sempre più convinto che il Monopolitano d.o.c. sia ormai abituato a sopravvivere, abituato a scegliere il "meno peggio" sollazzato solo dal proverbiale panem et circenses. Alla luce di ciò , dati i presupposti economico-sociali, data la situazione politica odierna, è giusto che la Città tutta si cimenti in opere induttive: analizzare microcosmi al fine di definire regole di gestione generali. Se è vero che la goccia scava la pietra sono convintissimo che ogni singola partecipazione di ogni singolo Cittadino serva alla causa cittadina: quand'anche il Cittadino sieda nei banchi di destra del consiglio comunale. La lungimiranza espressa con un voto favorevole nei confronti di un documento programmatico (non un Vangelo del buon governo) è da plauso, essa infatti va oltre le divisioni ideologiche e partitiche. Su quanto sia scarno in contenuti il documento stesso aprirei un altro topic. 
     
     
    commento inserito da: rexhunt@libero.it del: 13/04/2007
    Ridiamo dignità alla politica 
     
    Mi si permetta di ritornare sull’oggetto del discutere per valutare se di “lungimiranza” si tratta nel caso dell’unanime approvazione del DPP. A mio modesto avviso non colgo nulla di lungimirante, nessuno sguardo lungo, anzi noto una certa compiaciuta miopia nella mancata conferma della contrarietà ad un documento verso cui sono state mosse per mesi, nel metodo e nel merito, non poche critiche. Un voto sfavorevole avrebbe indotto, per il prosieguo dei lavori, ad una maggiore considerazione delle istanze provenienti dai banchi dell’aula “Perricci”, dopo che in questa fase seppur prevalentemente tecnica di redazione del Piano, l’equipe del prof Oliva ha svolto un ruolo quasi esclusivo. Le ragioni della politica (governo della polis) sono entrate sostanzialmente nella pianificazione territoriale, solo con un affrettato e confuso lavorio in sede di commissione consiliare. Che peraltro non ha tenuto in debita considerazione neanche le perplessità di una parte (Lamanna - SDI) di questa nostra ben assortita maggioranza. Ora, se vi è un deficit oggettivo di direzione politica, se nei contenuti e nella partecipazione alla cittadinanza questo atto preliminare è stato fortemente criticato dalla minoranza e in parte messo sotto accusa anche da partiti di centrosinistra, mi si spieghi (almeno) la funzione di questa artificiosa convergenza del centrodestra. Non reggono gli appelli alla responsabile concordia istituzionale. Non siamo di fronte la sterile contrapposizione ideologica che, anche su questioni cruciali, ingessa troppo spesso la vita democratica del nostro Paese. A cui giustamente il Colle guarda con apprensione, a cui saggezza impone di rispondere con un atto distensivo. Qui, più prosaicamente, ci si confronta su di un piano regolatore che esige progettualità politica! Idee, riflessioni, critiche, spunti. Quando c’è da far valere le proprie ragionate posizioni, che possono rappresentare occasione di progresso collettivo, non si deve aver paura dello scontro democratico e del dissenso! Anzi è bene alzarlo, il livello dello scontro – confronto, sebbene chiaramente, sul piano della qualità del discernimento e delle proposte. Ripiegare su di un INUTILE unanimismo, non serve, appunto, a niente! O forse solo a nascondere la propria impreparazione. Un’ultima cosa: l’unica riflessione a cui mi inducono le dimissioni del prof. Selicato mi porta a considerare l’inidoneità (sia inteso con il massimo rispetto) di un “tecnico” a ricoprire una carica politica. Se le incomprensioni tra la maggioranza ed il professore non hanno altra natura, non v’è da preoccuparsi: “i tempi della politica” (non le lungaggini speculative) sono i tempi necessari del dialogo, della mediazione, delle scelte ponderate, dello scontro civile tra diverse sensibilità… mi sembra naturale la contrarietà di un “tecnico” di fronte queste, a volte lunghe, procedure della democrazia istituzionale (sempre che, beninteso, i termini della rottura siano questi). Del resto dopo il disastro sul parco del Barsento innescato da una certa fretta, qualcuno dovrebbe finalmente averlo capito. Perciò nessuna inquietudine, cerchiamo anzi di ridare dignità e fiducia alla politica e di non cadere nella tentazione di cavalcare sempre l’anti-politica di stampo berlusconiano, vero frutto amaro di questa incompiuta marcia verso la seconda Repubblica. 
     
      
     Gli altri articoli ... e i commenti
     
     
    A proposito di partecipazione  15/12/2006
    Alessandro Bonifazi, staff del partecipaPUG
    Cari naviganti, grazie per aver animato con i vostri messaggi i vari spazi di discussione aperti sul sito del partecipaPUG! In questa nuova fase del progetto l’amministrazione comunale vi invita a discutere di quattro temi cruciali per lo sviluppo di Monopoli: porto, costa, centro storico e murattiano, agro. In ognuna delle sezioni dedicate ai temi (cui si accede cliccando sui link presenti nella parte alta di questa pagina) troverete una breve descrizione della situazione attuale (Monopoli oggi) e la presentazione delle idee per il futuro contenute nel Documento Programmatico Preliminare (Monopoli nel 2022). La fase di partecipazione che si apre con l’adozione del Documento Programmatico Preliminare (DPP) è particolarmente importante, e infatti è stata resa obbligatoria dalla legge regionale pugliese sul governo del territorio (L.R. 20/2001). Se già le osservazioni pervenute nella prima fase del partecipaPUG sono state prese in considerazione su base volontaria (come dimostrano le pagg. 118-120 del DPP), tutto ciò che voi direte attraverso questa piattaforma on-line sarà sottoposto ufficialmente all’amministrazione comunale che dovrà tenerne conto nella formazione del Piano Urbanistico Generale (PUG). Ovviamente, il progettista e il governo della città non sono obbligati ad accogliere ogni richiesta dei cittadini, ma saranno comunque tenuti a spiegare i motivi delle loro scelte. Il DPP è il primo passo nel percorso di formazione del PUG e ha, fra gli altri, anche il senso di anticipare il confronto fra l’amministrazione pubblica ed i cittadini ad una fase in cui le scelte possono ancora essere modificate. Avviando un’esperienza di pianificazione urbanistica partecipativa incentrata sugli strumenti informatici e della comunicazione (fra le prime in Puglia), la Città di Monopoli ha dimostrato un certo coraggio nell’affrontare la sfida dell’innovazione nel governo del territorio. Sicuramente ci sono molte cose nel rapporto fra i cittadini di Monopoli e l’amministrazione comunale che potrebbero essere migliorate, e a noi dello staff sembra che il progetto partecipaPUG, con tutti i suoi limiti, vada nella direzione giusta. Allora, come vorreste che fosse Monopoli nel 2022?


     I commenti a questo articolo...
    commento inserito da: Dandem   15/12/2006
    Vorrei una Monopoli più vivibile
    Non entrando nel merito nel DDP che si sta discutendo in questi giorni, io vorrei tanto che Monopoli sia una città + vivibile; questo perchè la strada presa è sicuramente quella sbagliata: parcheggi selvaggi, poca segnaletica orizzontale e verticale, troppe auto e pochi mezzi pubblici. Ancora più scandaloso è il fatto che il trasporto pubblico a Monopoli e una piaga economica (si parla di un passivo di circa 1 milione di Euro all'anno) che continua da anni nella nostra città. Dico questo perchè ritengo che a Monopoli per il futuro è indispensabile una riorganizzazione ristrutturazione del trasporto pubblico, sia per evitare l'uso di auto da parte dei cittadini, e sia per un vantaggio ecologico per il centro cittadino. E' ovvio pero' che per far questo è necessario un servizio di trasporto più presente e un servizio più efficiente per i cittadini del centro ma sopratutto per i numerosi cittadini che vivono nell'agro.


    commento inserito da: Dora    15/12/2006
    Sogno una città più colta!
    A me sembra che Monopoli sarà la città che oggi si può costruire se si sceglie di costruire una città più vivibile e solidale.Non solo bella,ma comoda per tutti.Non solo semplicemente rifatta ,ma anche più consapevole di essere un luogo di relazioni e interlelazioni con tutti.Una città in cui non si guarda solo ai propri interessi individuali e molto spesso solo legati al danaro e alla competività,ma agli interessi di tutta la popolazione residente , che si sente libera e insieme legata da interessi più alti,di storia e di cultura.Ecco, io voglio sognare,coi giovani, una città più colta,in cui i turisti non solo vengano una volta,ma vogliano tornare. "Colta" per me é una città consapevole delle sue radici,della sua storia,,del suo futuro.Che abbia spazi per pensare,discutere,comunicare,per entusiasmarsi o indignarsi insieme,persone che hanno studiato e persone che hanno solo vissuto e riflettuto e,per questo,sono "colte".A quale "città" avete pensato voi?


    commento inserito da: Giuseppe     19/12/2006
    Residenze nell'agro e libertà di stile di vita
    Mi preoccupa non poco la visione, dei progettisti del nostro PUG, particolarmente filourbana, vedi le difficoltà o impossibilità edificatorie nelle vecchie zone agricole A e B ecc. Ma ciò, non contrasta con la caratteristica peculiare del nostro territorio che vede una fortissima antropizzazione delle campagne da sempre, a differenza di altre zone, vedi il nord-barese; non è questa caratteristica che fa essere la nostra campagna fra le più ridenti, curate, salvaguardate e vivibili? E' evidente che qualche abuso e perfino scempio è stato commesso, ma il controllo sull'abuso è altra cosa che il principio e la regola generale. Si dice che l'antropizzazione selvaggia delle campagne, contrasti e crei difficoltà alla produzione agricola. Ma, forse la nostra è una produzione agricola latifondistica? Oppure come mi pare, viaggia velocemente verso delle forme di specializzazione (ortaggi, serre ecc). Forse una casa, magari anche bella e ben curata non è anche "presidio del territorio"? Grazie per l'occasione offerta.


    commento inserito da: CLAUDIO     10/01/2007
    LIBERTA' DI SCELTA, VERA LIBERTA'

    Contesto fermamente e con vera passione la difficoltà che si vuol creare ai "liberi" cittadini di scegliere dove vivere !! Al di là delle legislazioni regionali, che presumo vogliano asservire qualche lobby metropolitana che vorrebbe fare delle nostre colline un parco verde, sono della idea che, fermi i vincoli paesaggistici nelle zone prospicienti la collina, il cittadino abbia il "diritto" di scegliere dove vivere ! Altra dolente nota invece è la disparità di trattamento riservata ai "cittadini campagnoli", essi non hanno diritto al metano, all'Adsl, all'acquedotto, alla manutenzione delle strade e a tanti altri servizi, pur avendo pagato regolarmente gli oneri di urbanizzazione e l'ici ( parlo ovviamente dei non agricoltori). I nostri amministratori tutti, si diano una regolata! da troppo tempo i cittadini di "serie B" si lamentano ed il lamento lo si nota attraverso il voto. Lo si noterà, ne sono certo, di più alle prossime amministrative quando, qualche amministratore tanto solerte a dispensare pali di luce e strade mai fatte, si accorgerà di aver seminato vento. Si sarà capito che sono anch'io un cittadino di "serie b", non "agricolo" ma già abitante in campagna e quindi di quelli, già dentro, per quanto riguarda il PUG ma sempre fuori per quanto riguarda i servizi e l'uguaglianza dei diritti fra cittadini.
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    commento inserito da: Tommy      13/01/2007
    a proposito di turismo

    Probabilmente solo un monopolitano viaggiatore o che vive fuori dalla sua città può avvertire la intrinseca bellezza del suo territorio. E allora, tanta bellezza ce la vogliamo tenere tutta per noi o meglio per voi che avete la fortuna di abitarci? Siamo sicuri che il turista voglia solo discoteche e spiaggia "formato rimini"? Ritengo che lo sviluppo turistico, per essere solido e possibilmente destagionalizzato, debba permeare tutti gli ambiti territoriali e culturali della città: anche ma non solo le spiaggie e le discoteche, ma anche l'ospitalità genuina, la cultura del mangiare bene, la storia, i movimenti sportivi che impattano positivamente sull'ambiente (sub, vela, ciclismo, podismo, equitazione ecc) ed ancora lo "sfruttamento" come risorsa turistica della campagna, rara se non unica nel suo genere. Soprattutto non bisogna commettere l'errore di vedere tutti questi vari ambiti turistici come compartimenti stagni, attivando quindi una serie di strumenti, da quelli infrastrutturali a quelli di promozione e di informazione. Lanciamo un concorso di idee! Io ci provo con una piccola: una pista ciclabile che colleghi il Capitolo con le colline.


    commento inserito da: nick    18/01/2007
    soluzione naturale

    porto,centro storico, costa, agro: pensateci per un attimo, l'unico fattore comune per lo sviluppo di questi settori è il turismo. Ma come si fa a non comprendere che lo sviluppo economico, culturale, ambientale della nostra città passa attraverso lo sviluppo della vocazione turistica di Monopoli. Nuovi posti di lavoro, e non solo stagionali; sviluppo di nuove attività commerciali; possibilità di scambi culturali con i nostri ospiti; nuova visione e nuovo entusiasmo nell'organizzare ed amministrare la cosa pubblica; allargamento delle prospettive e delle possibilità per giovani e non; sentirsi tutti coinvolti in un nuovo ed affascinante progetto a 360 gradi; miglioramento della qualità della vita. Come sarebbe bello per tutti partecipare a questo progetto, sentirsi coinvolti, permeati ed entusiasmati dal risveglio e dalla rinascita del nostro paese e non assistere invece inermi e disinteressati alla redazione di un piano che alla fine si risolverà sul verificare dove sarà possibile effettuare le prossime lottizzazioni a vario titolo. Lodevole l'impegno della amministrazione di adottare uno strumento sicuramente utile e necessario, ma il mio pensiero è: non perdiamo questa occasione; non pensiamo a comporre un mosaico cercando di far combaciare più tessere possibili. Apriamoci invece ad una visione più ampia, scommettiamo su noi stessi e sulle risorse del nostro territorio, impegnamoci affinchè Monopoli sia più dinamica e diventi veramente la capitale del sud est barese ed una realtà a cui tutti guardino, perchè no, con un pizzico d'invidia. L'opportunità la abbiamo adesso e non sfruttarla sarebbe un delitto.


    commento inserito da: bighellone     19/01/2007
    bravo nick

    Concordo perfettamente con l'analisi entusiasta fatta da te e sul fatto che uno sviluppo del turismo intelligente possa contribuire a trasformare radicalmente una città come Monopoli. Forse voi monopolitani non vi rendete neanche completamente conto di quale luogo benedetto abitiate... come a volte capita infatti non si apprezzano abbastanza i luoghi natii finchè non si è costretti ad abbandonarli.. (sigh!) Monopoli non ha davvero nulla da invidiare a posti come Vieste e Otranto, tanto per restare in Puglia, e molto più da offrire rispetto a città che hanno tratto dal turismo la loro ricchezza e la loro celebrità, come le località della Costa del Sol in Spagna o dell'Algarve in Portogallo. Forse qualcuno storce la bocca pensando ai "divertimentifici" molto vicini... ma non è quello il modello! Gli esempi vicini cui fare riferimento sono Ostuni- Cisternino-Locorotondo, per la capacità di salvaguardare e valorizzare il centro storico; la già citata Otranto per l'organizzazione dei servizi balneari (al top in Italia secondo tutti gli osservatori..), ma se vogliamo citare anche Polignano facciamolo, evitando di replicarne gli aspetti negativi ovviamente. Insomma signori: il turismo può essere il volano di uno sviluppo del territorio a vantaggio di tutti, residenti in primis.. Più posti di lavoro per i giovani nelle strutture di accoglienza e nei servizi, più affari per i commercianti, più occasioni di imprenditorialità, sviluppo di nuove occupazioni nella pesca, nella nautica, nell'agriturismo; più sicurezza per i cittadini (nelle località turistiche si riduce la piccola criminalità..), più attenzione ad aspetti quali la pulizia, l'arredo urbano, la valorizzazione dei beni culturali che non possono che accrescere la qualità di vita dei residenti.... In conclusione, una domanda forse banale rivolta a tutti: se potesse scegliere dove andare a vivere per il resto della vostra vita (a parte restare a Monopoli che sarebbe la scelta più saggia...!!) preferireste Portofino o Abbiategrasso? Amalfi o Campobasso? Tropea o Catanzaro?
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    commento inserito da: Gianluca Aresta     23/01/2007
    Tente idee per una città migliore

    Da cittadino monopolitano e da laureando in architettura, orgoglioso della propria terra d’origine, mi sento in dovere di rendere noto ai progettisti del PUG, ai politici coinvolti e ai miei concittadini delle osservazioni. Innanzitutto, la messa a disposizione di un tecnico (un ingegnere o un architetto), che controlli il corretto avanzamento dei lavori con la sua costante presenza sul cantiere ogni qualvolta l’assessorato ai Lavori Pubblici assegni degli incarichi, sia indispensabile. Ciò servirebbe ad evitare, per esempio, spiacevoli depredazioni di secolari chianche originali, che finiscono come pregiato materiale edilizio in un ignobile mercato nero e riducono di conseguenza il valore architettonico della nostra cittadina, come accade per il centro antico (pavimentazione stradale) e il borgo murattiano (marciapiedi). Inoltre, preferibilmente si dovrebbe favorire l’assegnazione dei lavori a imprese e artigiani monopolitani, innescando così uno scambio di capitali che gioverebbe in modo inequivocabile all’economia interna del comune e inoltre ridurrebbe, se pur di poco, il tasso di disoccupazione. Noto, come qualsiasi nuova opera, pubblica o privata, che si realizza, è priva di un’attenta progettazione. Le strade di periferia che dispongono di maggiori spazi dovrebbero essere da esempio: con una sezione stradale e un sistema di scolo delle acque meteoriche accuratamente progettati (non delle colate di calcestruzzo che, per come è accaduto ad alcune strade provinciali, le trasformano in fiumi navigabili), dei marciapiedi a misura d’uomo, piste ciclabili, sedute, alberature adeguate, opportuni segnali stradali, stazioni di sosta per autobus, insomma di dominio non solo dei guidatori. Per quanto riguarda le alberature, non capisco come ci si ostini a piantare alberi di pino che per loro natura presentano radici superficiali che regolarmente sollevano il manto stradale provocando anche danni ai mezzi degli automobilisti. Per quanto riguarda le altre opere, se ne realizzano di nuove che spesso ostruiscono il naturale deflusso delle acque (incuranti del problema idrogeologico monopolitano) con le ormai note conseguenze che tutti noi conosciamo. Con mio grande rammarico devo ammettere che, nonostante sia un cittadino monopolitano da quasi venticinque anni, non conosco le linee dei mezzi pubblici urbani. Forse perché, come figlio del boom economico della seconda metà del ventesimo secolo, sono abituato alla dipendenza quasi cronica del mezzo privato di locomozione. Le azioni più opportune da intraprendere sono, innanzitutto quella di rendere evidenti le tratte dei mezzi pubblici su delle mappe urbane informative ritrovabili nei box di fermata e possibilmente reperibili nei negozi di tabacchi, in secondo luogo quella di affiggere alle stazioni di sosta dei mezzi una tabella leggibile con i rispettivi orari di fermata. Insomma piccoli accorgimenti ritrovabili in qualsiasi civile cittadina del nord Europa (e non solo). Quello che invito a fare è di guardare con occhi costruttivamente critici ad altre realtà captando le informazioni più utili e intelligenti per evitare di chiuderci nel nostro orizzonte dalla mentalità provinciale. Per quanto riguarda il centro antico e il borgo murattiano, entrambi hanno bisogno di aree pedonali adeguatamente pianificate conseguenza di uno studio sul traffico redatto possibilmente da tecnici specializzati nel settore e non da politici. Il mio sogno da cittadino ancora ingenuamente apartitico è quello di vedere le due fazioni politiche collaborare per un unico scopo attraverso un’opposizione costruttiva dotando Monopoli di qualità, ordine, appetibilità turistica, vivibilità, lavoro e altro ancora. Il tema turistico è di notevole importanza, considerando le due tipologie di risorse che la nostra città possiede: il mare e i beni di carattere storico-culturali che esigono tutela e valorizzazione. Quest’ultimo aspetto mi fa pensare ad un caso esemplare di disinteresse ai beni di enorme valore storico che la nostra città possiede: si tratta di un campanile, in prossimità della chiesa di San Domenico, appartenente ad un antico convento di monache di clausura che ho avuto modo di studiare nel corso della mia formazione universitaria per un esame di restauro architettonico. E’ un capolavoro del barocco pugliese splendidamente ammirabile dalla Piazza Vittorio Emanuele II e abbandonato all’oscurità della notte. Come esso, versano nelle stesse condizioni molti altri monumenti; voglio ricordare che lo stesso centro antico, nella sua organicità è nel suo insieme a tutti gli effetti un monumento da tutelare. Un’ultima osservazione la dedico al dibattito accesosi sulle aree industriali. Guardando dal punto di vista storico, si percepisce che tra medioevo e rinascimento la cinta muraria rappresentava il limite fisico dell’abitato, nell’ottocento lo è diventata la linea ferroviaria, l’attuale viale Aldo Moro nell’età fascista, oggi lo è la S.S. 16. Sono state delle cerchiature di notevole entità che includevano un certo ordine al loro interno, ma ogni qual volta si è tentato di scavalcarle hanno generato degli sconvolgimenti che hanno lasciato profonde cicatrici nella nostra città. Sono problematiche comuni a tutte le città in fase di espansione. Poniamoci una domanda: la nostra è una di esse? L’espansione a macchia d’olio provoca nel tempo, per gemmazione, notevoli problematiche di carattere socio-economico. Abbiamo veramente bisogno di una espansione disordinata? Concludendo, mi scuso della forse troppo accesa esposizione, ma semplicemente spero di consegnare ai nostri postumi non solo un mondo che incoscientemente stiamo distruggendo, anzi uno in cui natura, ambiente e uomini convivano in sintonia. Gianluca Aresta


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