L’ antichissimo destino del monastero benedettino femminile cominciò nel Settembre del 1555 quando le monache entrarono nel nuovo Monastero sotto l’antico nome di S. Leonardo. L’edificazione del monastero, espressione della volontà della nobiltà monopolitana che intese farne un luogo privilegiato, ad imitazione di S. Gregorio Armeno a Napoli, un luogo privilegiato ed accessibile solo alle ragazze ad esse appartenenti, non vide la partecipazione dell’università e del popolo che non ne approvarono l’ altezzosa selettività.

Nel 1656 si trovarono nel monastero 46 monache «con velo negro, tre professe, una novizia e sette serve. Il numero massimo di monache era stato fissato in 55 sin dalla fondazione e le giovani, arrivate all’età di 25 anni, secondo la regola benedettina, ricevevano per mano del loro prelato il velo negro con le cerimonie del pontificale Romano».

Pochi sono i riferimenti al fabbricato di S. Leonardo: il dormitorio delle serve si trovava sotto il tetto ed aveva tre finestre che s’affacciavano sulla strada; esse dovevano essere murate e così pure dovevano essere protetti i finestroni che dal campanile della Cattedrale si vedevano.


Il monastero, dopo l’uscita delle monache, è stato sede di scuole tecniche e poi del liceo ginnasio ed infine, in anni vicini a noi, di un istituto per le attività marinare. Attualmente è chiuso al pubblico.


Fonte:Michele Pirrelli, Tra Conventi e Monasteri, Gelsorosso.