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    Arte e cultura - Le MasserieArte e cultura - Le Masserie

    Masseria Spina


    Le masserie rappresentano una delle più tipiche caratterizzazioni del nostro paesaggio rurale, valida connotazione storico – artistica ed essenza testimoniale del rapporto intercorso, per secoli, tra uomini, lavoro agricolo e produzione. A seguito della particolare configurazione geografica della Puglia, fu attivato un sistema di  torri ad opera di difesa, idonee ad arginare le continue invasioni.
    Le masserie fortificate di Monopoli, le ritroviamo lungo il litorale (esempi sono Garrappa o Spina) nei punti dominanti delle pianure, (De Luce, Lamalunga, Galleppa..) o nell’entroterra collinoso (Conchia, Caramanna). La masseria – castello e il suo sviluppo è uno dei fenomeni più tipici della società agraria monopolitana dal XVI secolo in poi.

    La domanda di beni di consumo ed il continuo incremento demografico, portò numerose famiglie patriarcali all’esplorazione e al dissodamento di molte zone del  territorio monopolitano e alla stabilizzazione di una numerosa popolazione nelle zone dissodate e produttive.
    Ogni comunità insediatasi divenne, poi, un centro di coltivazione, di produzione, e commercializzazione di prodotti agricoli e fu strutturata in modo tale da essere autosufficiente e  difendersi anche dalle incursioni di barbari ed altre popolazioni, che infestavano il territorio monopolitano. Ciò dette il via alla costruzione delle masserie fortificate.
    Il nucleo centrale della masseria – castello, che risulta quasi sempre costituito da un grande edificio quadrangolare a due piani con una o più stanze comunicanti, è munito di ponte levatoio, saracinesca, campana, caditoie, feritoie, garitte e cinta. I vani del primo piano comunicano con quelli del pianterreno attraverso una botola per mezzo di una scala a pioli e con lastrici solari attraverso una scala in pietra ricavata nello spessore dei muri perimetrali.
    Il pianterreno, in genere, veniva utilizzato come magazzino per il deposito di derrate, armi, pietre ed olio con un’autonomia alimentare di circa un mese.
    Intorno alla masseria fortificata, amministrata generalmente da laici ed ecclesiastici, si disposero poi la chiesa, il molino, il forno, il frantoio, le case dei coloni, il magazzino per il deposito di attrezzi, le stalle per il bestiame da carico e macello, il pollaio, la colombaia e i laboratori vari per le diverse attività pratiche svolte nell’ambito della masseria.
    In caso d’assedio (preceduto quasi sempre da rumori di zappe, di altri strumenti rurali, e suono della campana della masseria stessa), veniva alzato il ponte levatoio che poggiava su di una scalinata e dal terrazzo attraverso le caditoie, costruite apposta in direzione dell’ingresso e delle finestre, si facevano cadere giù pietre e olio bollente e si sparava attraverso le feritoie.
    Le masserie presentano così una serie di opere di difesa, o avvistamento, che, costruite in varie epoche, hanno, in parte, costruito “l’asse principale” di molte delle attuali strutture architettoniche a supporto dell’agricoltura.
    Nelle masserie poi, si riscontrano elementi simili presenti in ordini religiosi quali i monasteri: questi, infatti, sono come addendi della genesi delle masserie di Puglia. I monasteri sono organismi preposti all’organizzazione e conduzione di lavoro agricolo, elementi base delle successive strutture agricole.

    Dal XVI secolo in poi, la masseria fortificata divenne quindi una delle espressioni edilizie più avanzate di difesa per le sue fortificazioni contro le incursioni barbaresche che provenivano generalmente dal mare ed un centro fiorente di vita agricola e sociale, dove, oltre alla produzione e conservazione, si praticava la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.
    Vita agricola rappresentata soprattutto dalla produzione olearia e dalla relativa raccolta delle olive e trasformazione delle olive in olio: era nota infatti la produzione olearia locale che Monopoli, durante la dominazione veneziana (1495- 1530), anche per volontà della Serenissima, esportava olio alla stessa Venezia e ad altre città italiane e straniere: olio che veniva usato per l’alimentazione e l’illuminazione.
    La masseria fortificata quindi non era solo un luogo dove confluiva tutta la produzione dei campi o  per la conservazione e trasformazione, oppure per il solo smistamento dei prodotti agricoli sui mercati del tempo per la loro commercializzazione, ma era altresì un centro di scambi economici e sociali e di difesa dalle continue e usuali scorrerie barbaresche. Ci fu così una trasformazione agricola della campagna monopolitana, in quanto la masseria contribuì validamente con una propria autonomia ed autosufficienza, alla stabilizzazione permanente di una popolazione rurale nelle zone dissodate.
    Nel settecento alcune masserie fortificate furono parzialmente modificate e divennero la dimora estiva dei nobili monopolitani del tempo (Palmieri, Indelli, Ghezzi, Manfredi, …).
    Oggi alcune masserie del territorio monopolitano sono utilizzate come strutture ricettive. 


     
    Notizie tratte da:
    -    Laganà Walter “Per quelle antiche scale” in Portanuova trimestrale Monopolitano Anno III Numero Cinque,
         Luglio 1984;

    -    Luigi Mongiello, “Le Masserie di Puglia, Organismi Architettonici ed ambiente territoriale”, Mario Adda Editore,
         Bari, 1984;

    -    Si ringrazia la collaborazione della Sig.ra Bruna De Marinis.






    Ricerca  e foto a cura di Angela Marasciulo e Maria Marzolla
    Servizio Civile 2012 - Comune di Monopoli «Progetto Espressioni d'identità»
    [18 Marzo 2013]
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