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    Beni culturali

    Arte e cultura - Evoluzione storica della MasseriaArte e cultura - Evoluzione storica della Masseria

    1405:
    pene pesanti per chi invadeva terreni coltivati nell’agro monopolitano. Il pascolo era consentito solo nelle zone della macchia mediterranea o dopo il raccolto e questo favoriva la concimazione naturale.

    19 febbraio 1413:
    gli abusi non terminavano e il re Ladislao d’Angiò di Durazzo emanò un nuovo decreto.

    1434:
    La regina Giovanna II d’Angiò (sorella del re Ladislao, regina di Napoli dal 1414 al 1435) su ricorso presentato dai sudditi monopolitani emanò un decreto con il quale decise l’uso comune del territorio di Monopoli solo nei territori selvosi.

    1500:
    lotta tra pastori e contadini.

    1566:
    quotizzazione della Selva della città di Monopoli. L’antico demanio monopolitano lo divise tra Monopoli, Castellana Grotte, Locorotondo, Fasano, Cisternino e Martina Franca.

    1610-1690:
    incremento della coltivazione arborea che portò ad un intervento di antropizzazione e creazione di strutture autarchiche con forte concentrazione proprietaria.

    Elemento importante è la Torre-Masseria, quale nucleo iniziale intorno al quale si è assemblata e conformata l’evoluzione delle attuali masserie.

    TORRE-MASSERIA
    -3 piani: piano terra e piano ammezzato venivano utilizzati per la selezione dei frutti, per depositi ed in seguito anche come ricovero per gli animali. Il primo piano era occupato dagli spazi abitativi ed è raggiungibile mediante una scala esterna collegata ad un ponte levatoio.

    Copertura e lastrico solare per il recupero delle piogge.

    Intorno alla corte si incontrano chiese, frantoi, pozzi e altri piccoli edifici per i coloni.

    Produzione di vino (la vendemmia iniziava nella zona della marina e terminava nelle terre dette francescane nei pressi di S. Michele).
    Nel 1614 vi fu una grande abbondanza di frutto che rimase sulle piante per mancanza di recipienti.

    Produzione di sale.

    Sviluppo dell’allevamento come necessità di un’ulteriore forza lavoro accanto a quella dell’uomo per i lavori del campo.


    1400 – 1700:

    problema aridità della terra e scarsità della pioggia risolto in parte con la creazione delle cosiddette fogge, cisterne chiuse da blocchi in pietra ed in parte con l’invenzione di sistemi di pendenza idonei per lo scorrimento dell’acqua piovana.

    Attacchi dei pirati d’Oriente e tra 1700 – 1800 grave problema del brigantaggio tanto da portare alla fortificazione dei complessi esistenti.

    1600:
    le grandi masserie passano dalle mani delle famiglie patrizie a quelle dei monasteri e quasi mai questo avviene per motivi religiosi. Attività più sviluppate erano l’agricoltura e la produzione dei molini. Limitata, invece, l’attività marittima, sia a causa del predominio della flotta veneziana, sia per i pericoli legati alla pesca, ma soprattutto per i costanti rischi della pirateria.
     
    1700:
    Trasformazione architettonica della masseria che da semplice edificio si trasforma in un edificio monumentale, con accattivanti elementi decorativi.

    1700 – 1800:
    Il commercio dell’olio continua ad essere uno dei maggiori assi portanti dell’economia, tanto da far nascere fabbriche di sapone.
    Si sviluppa anche la lavorazione di tessuti e cotone.    

    1800:   
    diventano centri di produzione e sede stabile di ceti dominanti (1820 carestia e declino).



    Notizie tratte da:

    -    Iacobone Clelia (a cura di) Puglia dal 400 al 900 - EdiPuglia, Modugno, Bari - 2004;

    -    Pepe Francesco, Di Palma Giuseppe, Alla corte della masseria, Zaccaria Editore, Monopoli, 1999.



    Testo e Ricerca a cura di Maria Marzolla
    Servizio Civile 2012 - Comune di Monopoli «Progetto Espressioni d'identità»
    [15 Maggio 2013]
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