Monopoli, città di radicate tradizioni marinare (porto commerciale e peschereccio, cantieri navali, nautica da diporto), ha origini molto antiche.
Il primo insediamento abitativo, un villaggio di capanne frequentato anche dai navigatori micenei, sorse nell’età del bronzo medio (XV sec. a.C.), intorno ad un articolato sistema di approdi che comprendeva anche un profondo porto-canale, poi insabbiato dai normanni nel 1049.
Al villaggio protostorico si sovrappose la città messapica, cinta da poderose mura nelle quali i romani inserirono una porta monumentale, oggi inglobata nel castello cinquecentesco.
La città accrebbe la sua importanza in tutto il Medioevo, nelle antiche carte nautiche viene infatti indicata come città portuale di rilievo al pari di Bari e di Brindisi.
Passata sotto il controllo longobardo, subì anche l’influenza bizantina.
Nel 1044 fu conquistata dai normanni e dal 1266, così come altri centri vicini, passò sotto il governo angioino.
Dal XVI secolo fu poi disputata tra spagnoli e veneziani dei quali dovette alternativamente subire l’occupazione.
Fra gli episodi più gloriosi della storia della città è da ricordare la sconfitta del marchese del Vasto, don Francesco Ferrante D’Avalos, comandante di tutte le armate spagnole che, dopo aver saccheggiato Firenze e Siena a capo di un esercito di più di 5000 fanti, assediò inutilmente la città per tre mesi sottoponendola anche a pesanti cannoneggiamenti, che hanno lasciato una evidente cicatrice sulle mura nel tratto conservato in Via Cadorna.
Il 28 maggio 1529 il marchese del Vasto dovette levare l’accampamento.
Divenuta nel 1530 possesso personale dell’imperatore Carlo V, che la vendette a un mercante messinese, la città riuscì a riscattare la propria libertà pagando un tributo raccolto con il concorso di tutti i cittadini.
Testo a cura di Pino Pace
Consulenza storica: Miranda Carrieri