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Folklore a Monopoli - La processione dei Magi Folklore a Monopoli - La processione dei Magi
  

La Sacra Rappresentazione dei Magi ad Antonelli




Antonelli, è una contrada monopolitana, a 400 m di altitudine, sulla ridente collina pugliese. Il 1911 vide nascere in contrada Antonelli una piccola chiesa, costruita con mezzi di fortuna e piuttosto insicura. Questo luogo sacro presto divenne importantissimo per la vita dei fedeli, un punto di ristoro per l’anima e il 2 aprile 1928 fu eretta canonicamente la parrocchia dedicata a S. Raffaele Arcangelo. Ma le condizioni dell’edificio, già precarie, continuarono a peggiorare, nonostante la chiesetta fosse stata più volte soggetta a riparazione e puntellata con costruzioni in muratura. E fu così che nella notte tra il 3 e il 4 febbraio del 1942 la chiesa crollò, ed i fedeli cominciarono a rivendicare un luogo di culto più idoneo, con la guida di don Cosimo Tartarelli. L’11 ottobre dello stesso anno fu posta la prima pietra della nuova chiesa, su un suolo donato dalla famiglia Nistrio, dedicata a “Maria SS.ma Regina”. Non avendo tutte le risorse economiche disponibili, il parroco si recò più volte negli Stati Uniti d’America dove raccolse offerte, grazie alle quali fu possibile terminare i lavori. Il 9 luglio del 1950 fu solennemente consacrata la nuova chiesa.

L’anno successivo, il senatore e pittore Luigi Russo, ispirato dal piazzale e dal porticato della chiesa, ed avendo visto un presepe vivente nel territorio tarantino, propose che anche ad Antonelli potesse aver luogo una Sacra Rappresentazione. La sua idea piacque a tutti, e l’entusiasmo fu grande per gli attori, i parrocchiani, il numeroso pubblico che da zone sempre più lontane si dava appuntamento la sera dell’Epifania favorito dalla dolcezza del clima e dall’ultimo giorno delle vacanze invernali. Ma Luigi Russo, quale uomo di cultura, ebbe l’idea di affidare la scrittura del testo sacro all’amica poetessa monopolitana Rosella Mancini, che più volte aveva usato la sua penna per composizioni sul Natale e che scrisse il primo copione.
È fondamentale sottolineare un aspetto: Rosella Mancini vive anche un’esperienza parigina, una conoscenza della cultura e della lingua francese. Ciò non può non far supporre una sua inclinazione e un suo studio sul tema del dramma sacro che poi ripropone nel suo testo.
Ancora oggi questa Sacra Rappresentazione ha luogo sul sagrato del Santuario “Maria Regina” il 6 gennaio di ogni anno. Nel corso del tempo, al primo testo di Rosella Mancini andato in scena per la prima volta nel 1952 e recitato per circa trent’anni alla stessa maniera, pian piano si sono aggiunte altre parti, ci sono state delle integrazioni al testo di partenza. In primo luogo si è dato risalto anche alla figura della Madonna, alla sua annunciazione, al rapporto con Giuseppe suo sposo, che nel copione originale non viene nemmeno menzionato. Questo ha una sua precisa motivazione: come in epoca medievale, la drammatizzazione nasce dal rito, e pertanto essendo il 6 gennaio la festa dell’Epifania, cioè dell’arrivo dei Magi alla grotta e dell’adorazione al Bambino, sembrava superfluo e poco attinente mettere in scena gli eventi precedenti, perché erano stati già contemplati dalla liturgia. Protagonisti indiscussi erano allora i Magi e da qui si spiega anche il nome dato alla Sacra Rappresentazione.

Arricchendo il testo di altri elementi, la parte dei Re Magi si è dovuta integrare all’interno di un intreccio di relazioni ben più ampio, entrare, anche a livello comunicativo, in comunione con le parti recitate dagli altri personaggi sulla scena.
Gli elementi base sono stati interpretati in modi differenti, fino a giungere anche alla personificazione della stella, elemento fondamentale che ritroviamo sin dall’Officium Stellae. Inoltre, proprio in stretta sintonia con le sacre rappresentazioni medievali, si incontrano personificazioni di vizi e virtù. Nell’ultimo ventennio, poi, si può notare una sempre maggior tendenza all’inserimento di elementi della contemporaneità, temi che instaurano una sorta di linea di continuità con la storia drammatizzata di duemila anni, e che soprattutto hanno il compito di indurre lo spettatore ad una più profonda riflessione, partendo da elementi che gli sono più vicini nel tempo. Quest’ultimo aspetto ha un’importanza capitale nella descrizione di un simile evento; infatti  l’uomo contemporaneo tende a guardare il passato pensandolo, anche se inconsciamente, come epoca “inferiore” rispetto al presente che vive.

In questo caso occorre sottolineare come alla complessità linguistica del testo originale, sempre in relazione al tipo di pubblico che partecipava all’evento, si è sostituito un linguaggio e situazioni correnti e facilmente comprensibili. Ciò non è un’ammissione di ignoranza dell’uomo contemporaneo, quanto una necessità fortemente avvertita. Con il passare degli anni, inoltre, la necessità di creare scenografie sempre più complesse, articolate e che prevedevano più luoghi deputati, ha portato al ripristino della scena simultanea medievale, in cui tutte le mansions sono presenti sul sagrato e vengono utilizzate a seconda dei momenti.

Un ultimo aspetto: la fase di preparazione della Sacra Rappresentazione. È un periodo abbastanza consistente che ha un suo valore aggregativo, sociale e, perché no, anche culturale. Persone di diverse età, con differenti bagagli culturali e competenze si incontrano per dar vita ad uno “spettacolo” che è semplicistico definire solo teatrale, poiché ha in sé così tanti elementi, coinvolge così tante persone diverse, che diventa un momento prezioso ed altamente significativo, in primo luogo per chi l’organizza e poi per tutti coloro che decidono di parteciparvi.


 

Notizie tratte da:
- Marzolla Maria, “Il dramma liturgico medievale francese e la Sacra Rappresentazione dei Magi in Contrada Antonelli” in Tesi di Laurea Magistrale in Storia del Teatro e dello Spettacolo, Anno 2009.
 


Testo,  Ricerca e foto a cura di Maria Marzolla
Servizio Civile 2012 - Comune di Monopoli «Progetto Espressioni d'identità»
[05 Marzo 2013]

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