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Le fiere e i mercati - La fiera di Santa Lucia Le fiere e i mercati - La fiera di Santa Lucia


La Fiera di Santa Lucia



Santa Lucia


La festa di S. Lucia è legata da sempre alla fiera che si tiene il 13 dicembre di ogni anno nel tratto di strada di via Cavour prospiciente la chiesa, le cui luminarie, insieme alle luci natalizie dei balconi, sembrano essere in consonanza religiosa con il concetto di luce che la martire simboleggia.

La tradizione vuole che abbia inizio fin dalle prime luci dell’alba e prosegua per l’intera giornata. La festa di Santa Lucia, inoltre, veniva prima preceduta dalla celebrazione di un Novenario di preghiere e S. Messa, mentre adesso viene officiato un triduo di preghiere, solenne e predicato.

La fiera presenta numerose bancarelle natalizie: addobbi e materiali per presepi ed alberi, statuine di ogni genere (dal Bambinello ai Magi, all’infinita serie di personaggi, di varie dimensioni), realizzati in cartapesta, gesso o creta da artigiani locali detti Bannìnestē (da Bannìne, il Bambino Gesù).

Nel corso degli anni è stata anche la fiera dei fidanzati e dei giocattoli; i bambini erano disposti ad una levataccia per andare alla prima messa alle cinque del mattino, pur di ottenere poi il giocattolo desiderato.

Per i giovani fidanzati poi c’era l’usanza di acquistare “ u coccherìdde” (piccole ciotole colorate in terracotta) per donarlo all’amata ed anche alla futura suocera per conquistarne la simpatia; obbligo che valeva anche per la nuora e non farlo, era proprio malacreanza, che non deponeva a suo favore nella famiglia del futuro marito.

Nella tradizione popolare il dono viene fatto perché Santa Lucia è considerata dispensatrice di regali. Per questo motivo si tramanda il detto: “ Àcce vè a fère de Sènde Lucē sènze denèere pàrte allegré i t- tòrne emerè”, che significa: chi va alla fiera di Santa Lucia senza danari, allegro s’avvia e torna amaro.

Altre espressioni dialettali ruotano attorno all’elemento della luce solare e alla santa (dopo il 13, il giorno più corto, la luce ricomincia a crescere) : “A s- sènde Luce, nu péde de jaddìne è l- lònghe â notte i ammènghe  â de” ( A Santa Lucia s’allunga la notte e  decresce il dì); “ Dâ Mmacculate a s- sènde Luce, j- ê còrte â de”  (Dall’Immacolata a Santa Lucia è breve il dì).

Una volta era anche diffusa l’usanza di preparare nel giorno della santa dolci tipici, a forma di numero otto, detti “occhi di santa Lucia”; in occasione di questa fase, le donne di famiglia cominciavano a “mettere le mani nella pasta”, cioè a preparare altri dolciumi tipici del periodo natalizio come le cartellate, le pettole, i purcidd (porcelli, un torrone economico) o la pelàmme (ciambella di pasta con al centro una croce e coperta di bianco giulebbe).

Nonostante gli aspetti consumistici della fiera - mercato odierna, la festività ha conservato la sua originaria dimensione con momenti di religiosità come la solenne processione per le vie del quartiere e le messe, il tutto curato da un comitato festa della neorinata confraternita.


PROGRAMMA FIERA SANTA LUCIA 3 LUGLIO 1932


Notizie tratte da:
-    Pepe F., Di Palma G., Santi, Cristi e crestjène, Cronache di religiosità popolare a Monopoli, Prefazione di Giuseppe
     Vacca,  Zaccaria Editore, 2005.

-    Confraternita di Santa Lucia, La Fiera di Santa Lucia, in Opuscolo in onore festeggiamenti Santa Lucia, 
    13 Dicembre 2009.

-    Si ringrazia inoltre il prezioso contributo del Presidente della Confraternita di Santa Lucia, nella persona di Franco
     Ruggiero, per il  materiale fornito.




Ricerca e foto a cura di Angela Marasciulo
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[10 Dicembre 2012]
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