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    Arte e cultura - Santa LuciaArte e cultura - Santa Lucia

    Nulla nella vita della santa ha a che fare con gli occhi, tranne il suo nome, che deriva dal latino Lùcia, femminile di Lucius, la cui radice è lux-lucis, luce. In origine voleva dire” nata nelle prime ore del mattino”, oppure “durante il giorno”. Per cui nella religiosità contadina, legata ai ritmi della natura, la diminuzione della luce solare e l’ aumento delle ore di buio, inducevano i fedeli ad affidarsi alla santa martire, il cui nome lux- lucis, era di per sè una promessa.

    Nel cuore del Medioevo, periodo di massima diffusione del culto, il buio della natura è tutt’uno con il buio della morte, del peccato, per non parlare del buio dovuto alle precoci cecità assai frequenti per le carestie e le croniche carenze alimentari. Infatti, ancora Cattabiani spiega che il termine tradotto nel tardo greco, la lingua della Sicilia orientale, in Lukìa, venne a poco a poco a significare, nell’ ambiente cristiano, segno e promessa di luce spirituale.

    Il suo nome ispirò probabilmente il suo patronato sulla vista, che qualche agiografo ha collegato a un episodio leggendario posteriore alla passio, secondo il quale la fanciulla per non cedere alle suppliche del fidanzato, si sarebbe strappata gli occhi. Ma l’episodio non è certo il più adatto a giustificare il suo patronato. Nel corso degli anni leggende e novellistica popolare su questi miracoli compiuti hanno contribuito a creare ulteriori confusioni. Si pensi alla convinzione- non supportata da storici- che durante il supplizio santa Lucia abbia subito l’ enucleazione dei bulbi oculari: tale tradizione, a partire dal XIV secolo, ha dato origine a rappresentazioni iconografiche della santa con un piatto contenente i suoi occhi.

    Secondo la studiosa Annamaria Rivera la specifica virtù taumaturgica del santo “ è ritenuta frutto d’ una particolare grazie ricevuta da Dio come compenso del martirio patito, una sorta di ricompensa per le sofferenze subite ed insieme una forma di redenzione trasferita su altri”. Ed è per questo che alla santa – privata della lux degli occhi dalla cattiveria umana- si rivolgono coloro che invocano sostegno per le infermità della vista e tutti coloro che, per i pericoli del proprio mestiere, mettono a repentaglio la salute degli occhi.

    Una volta era diffusa l’ usanza di preparare nel giorno della santa dolci tipici, a forma di numero otto, detti “ occhi di santa Lucia”; in occasione di questa festa, le donne di famiglia cominciavano” a mettere le mani nella pasta”, cioè a preparare altri dolciumi tipici del periodo natalizio come le cartellate e le pettole.

    Nella chiesa di santa Lucia è conservata la testa di una vecchia statua della protettrice, presumibilmente risalente alle primissime attività culturali della confraternita, quando le statue dei santi, per motivi di risparmio nei piccoli paesi, erano prodotte con la testa e le braccia (visibili al pubblico) in terracotta e col busto fatto di pezze e poi fastosamente addobbato.
     

     

    Fonte: Francesco Pepe, Santi, Cristi e crestjène, cronache di religiosità popolare a Monopoli, Zaccaria Editore.


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    Antonella Tropiano

    Contatti
    Via Santa Lucia
    70043 Monopoli (BA)
    Tel. e Fax 080 742858 (Parrocchia S.M. del Carmine)

    Parroco: Sac. ORONZO NEGLETTO

    La chiesa è sede della confraternita di "S. Lucia"




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