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Arte e Cultura - La Confraternita del Cristo delle Acque Arte e Cultura - La Confraternita del Cristo delle Acque
 
La Confraternita del SS. Crocifisso (del Cristo delle Acque)




L’avvio della confraternita si dovrebbe fa risalire agli inizi del 1570 e i primi anni del 1590, (da intrecciate verifiche di fonti) e neanche le Regole ci forniscono indicazioni precise circa la data di costituzione della confraternita.

L’origine di questa confraternita ruota attorno ad un crocifisso ligneo senza gambe e senza braccia, ritrovato, fortunatamente, tra le rovine di un’antica abitazione in rifacimento.
La reliquia, pregevole ed attribuita al XIV secolo, fu portato in una cappella della Chiesa dei Padri Conventuali di S. Francesco d’Assisi; molto probabilmente magnificava l’arco trionfale della prima chiesa di S. Francesco, quella risalente al XIII secolo. Dopo il suo ritrovamento, le persone si univano in preghiera, ed è così che, senza un’idea, si  creò la confraternita del SS. Crocifisso.

Il Cristo in  croce  ritrovato, aveva una “connotazione” diversa dal “comune Cristo in Croce”, in quanto era una scultura prodigiosa. Infatti, come riportato nella Regole del sodalizio (che ricevettero l’adesione dei Padri Francescani da cui essa dipendeva, ed altresì l’approvazione da parte di re Ferdinando il 17 Ottobre 1767) – “era una miracolosissima immagine venerata soprattutto per mancanza d’acqua ed in circostanze ben precise”. - Era condotta processionalmente per la Città (attraverso ordine del Monsignor Vescovo al Clero Secolare e Regolare) e tenuta in detta Chiesa con lume acceso dalla mattina alla sera ed ivi esposta alla venerazione del Pubblico sino alla desiderata e tanto attesa pioggia.
 
Durante i periodi difficili, il crocifisso veniva portato in processione di penitenza presso la cattedrale con la partecipazione del clero secolare e regolare del vescovo ed esposto alla venerazione del popolo e dei fedeli sino a quando non giungeva l’invocata acqua.
Cenni sulla “miracolosissima immagine” troviamo nel Glianes, e quindi sembra proprio che la vera “fortuna” (anche economica) della confraternita l’abbia fatta proprio questa venerata statua, nota come quella del Crocifisso delle acque.
 
Numerose donazioni aumentarono costantemente tra Seicento e Settecento, e fu costituito al suo interno di un monte dei Monti. La confraternita, ancora oggi con sede presso  la Chiesa di San Francesco d’Assisi, aveva propri oratorio e sagrestia uniti alla cappella del Crocifisso, mentre dopo la costruzione della settecentesca chiesa, conservò una propria cappella, all’ingresso della chiesa, sulla sinistra.
Tra le diverse funzioni pubbliche della confraternita, nella rigidità che il proprio statuto prescriveva, i confratelli hanno sempre onorato la Passione di Gesú Cristo, il Ritrovamento e l’Esaltazione della Santa Croce, i sabati della Madonna di Pompei, S. Rita (ancora oggi presso la chiesa di S. Francesco d’Assisi si riceve la rosa da donare agli infermi) e S. Lorenzo, i venerdì di marzo.
 
Il periodo più importante per la confraternita è indubbiamente quello della Settimana Santa, che la poneva al centro dell’attenzione generale con la sentita processione del Venerdì Santo, giorno in cui si uscivano le statue dei Misteri, delle quali continua ad avere cura e venerazione. Nello statuto fu poi introdotta una “nuova figura” quella di maestro di cerimonia, (per regolamentare e trovare concordia all’interno dell’associazione religiosa), il cui compito era quello di porre ordine e sovrintendere a tutte le funzioni pubbliche.
 
Le Regole ci ricordano che la vigilanza dell’oratorio e la cura dell’altare del miracoloso Crocifisso era affidata al costante impegno di un sagrestano, che tra i suoi obblighi aveva quello domenicale di far suonare le campagne per aggregare i confratelli e condividere preghiere in suffragio dei defunti.

Ancora oggi la Confraternita del SS. Crocifisso ha la propria sede presso la chiesa di S. Francesco d’Assisi, ed il colore delle mozzette è viola, probabilmente per il collegamento alla liturgia della passione.

 
   
 
 



Notizie tratte da:


-    Pepe Francesco, Di Palma Giuseppe, “Santi, Cristi e crestjène Cronache di religiosità popolare a Monopoli”, Prefazione di Giuseppe Vacca, Zaccaria Editore, 2005.

 

Ricerca e foto a  cura di Angela Marasciulo
Servizio Civile 2012 - Comune di Monopoli «Progetto Espressioni d'identità»
[28 Maggio 2013]
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