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Beni culturali

Arte e Cultura - La Confraternita di Santa Lucia Arte e Cultura - La Confraternita di Santa Lucia


 
Esigue fonti storiche non ci offrono la possibilità di ricostruire un profilo più ampio di questa giovane confraternita.
Il frontespizio dello statuto (come da copia conforme rilasciata a richiesta del Comune di Monopoli nel 1935) riporta l’anno della fondazione della Confraternita: 1895.

La nascita sembra legata principalmente al fatto che alla Santa era già dedicata in loco un’antica cripta con casale, sulla quale nel 1895 fu innalzata l’attuale chiesa. Alcuni signori, infatti, nel 1895, di comune accordo, con l’aiuto economico e materiale di devoti cittadini, edificarono dalle fondamenta la nuova chiesa sulla predetta antica grotta dedicata alla Vergine e Martire (tale antica chiesa viene ricordata dalla Bolla di papa Alessandro III e il 26 Febbraio 1180 spedita da Velletri a Stefano, vescovo di Monopoli).

Già il 30 Novembre 1895 la confraternita aveva uno statuto con ben diciannove articoli al fine di disciplinare scrupolosamente le funzioni, gli obblighi e i diritti degli associati. In particolare, nel primo articolo viene ricordata l’istituzione, nel Comune di Monopoli, della confraternita sotto il patronato di Santa Lucia Vergine, che aveva per scopo la mutua sepoltura e il mutuo soccorso. Vi si annoveravano fratelli fondatori, ordinari e benemeriti, purché maggiorenni, ma anche sorelle, il cui numero, specie nei primi anni Trenta, crebbe in maniera vistosa.

La somma da versare per l’iscrizione veniva stabilita in base all’età e l’ammissione teneva conto dello stato di salute del richiedente (infatti bisognava includere un certificato che attestasse le buoni condizioni fisiche). La tariffa d’iscrizione era tanto più alta quanto più si era anziani.

Il Pio Sodalizio dalla sua fondazione ha sempre avuto il suo Statuto ed il suo Regolamento, approvato dal Vescovo Mons. Francesco Dalbore nel 1896, anno in cui consacrò la Chiesa con il titolo di Santa Lucia. Due anni dopo, come si legge nella lettera al Presidente Felice Cippitelli, lo stesso vescovo diede l’autorizzazione alla Confraternita di potersi riunire in assemblea con tutti gli iscritti alla Pia Associazione, che all’epoca contava 300 confratelli e 200 consorelle, per tutte le funzioni di culto della Confraternita in detta Chiesa.

L’appartenenza alla confraternita, pur legata a motivi devozionali, sottendeva innanzitutto il desiderio e il bisogno, assai diffuso nel Mezzogiorno, specialmente tra le classi meno abbienti, di assicurarsi almeno una degna sepoltura dopo la morte.

Entrare a far parte della confraternita prevedeva una prassi piuttosto rigorosa: l’aspirante doveva mostrare un certificato di buona condotta e presentare istanza formale al presidente; dopo il parere positivo della commissione ed assemblea, veniva affisso per otto giorni in sacrestia il nuovo nome.
Non potevano far parte della confraternita “coloro che erano decaduti dall’opinione pubblica come uomini corrotti, vagabondi, ubriachi; persone condannate per reati di sangue o furto o che trascuravano i doveri della famiglia”.
 
Due speciali confratelli venivano designati in qualità di “infermieri”, cioè avevano il compito di informarsi sulle condizioni dei fratelli ammalati e di segnalare i loro bisogni. Diverso era invece il compito del fiscale, che era preposto per accogliere reclami e, verificata la ragione seria del problema, la comunicava al presidente.

I nuovi confratelli erano tenuti ad un periodo di formazione: un maestro dei novizi (uomo probo, religioso e prudente) si impegnava nel compito delicato, per tre mesi, alla delicata formazione prima che l’aspirante potesse considerarsi ufficialmente della “fratellanza”. Gli iscritti infine, avevano l’obbligo di assistere, tutti i giorni di festa, alla celebrazione della messa e agli uffici divini presso la chiesa di S. Lucia e partecipare alle processioni e ai funerali dei confratelli.

La Confraternita possiede inoltre arredi sacri: Pianete, Calici, Messali, Pisside e tovaglie per altare ed in particolare è abbellita da due tele raffiguranti una il martirio di Santa Lucia e un’altra l’approdo dell’immagine della Madonna della Madia al porto di Monopoli, entrambe d’autore sconosciuto, restaurate qualche anno fa con le statue di San Rocco e Sant’Antonio Abate. 

La Confraternita alla fondazione aveva un fondo di culto di £ 6.000. Oggi, dopo una fase di decadenza, conta all’incirca 90 confratelli e consorelle con riconoscimento di culto religioso e quello di persona giuridica.


Notizie tratte da:


- Pepe Francesco, Di Palma Giuseppe “Santi, Cristi e crestjène”  Cronache di religiosità popolare a Monopoli  - Prefazione di Giuseppe  Vacca - Zaccaria Editore 2005;

- Confraternita di Santa Lucia - Opuscolo Festa di Santa Lucia del 13 Dicembre 2009;

- Si ringrazia inoltre il prezioso contributo del Presidente della Confraternita di Santa Lucia, Franco Ruggiero, per il  materiale fornito della Confraternita e Chiesa di Santa Lucia.

 


 


Testo, Ricerca e Foto a cura di Angela Marasciulo
Servizio Civile 2012 - Comune di Monopoli «Progetto Espressioni d'identità»
[24 Maggio 2013]
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